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LEGGENDO IL GIORNALE . . .

Inviato: 11 apr 2012, 8:32
da il dadda
di Angelo Panebianco pubblicato sul Corriere della Sera del 10/04/2012
LE TRE CAUSE DEL DISCREDITO
Intervenendo sulla vicenda dei finanziamenti ai partiti il presidente della Repubblica ha ammonito che ciò che rischiamo è «la fine della democrazia e della libertà». Ad alcuni, quella di Napolitano, sarà parsa una forzatura retorica. Ma non lo è. Gli scricchiolii sono sempre più numerosi, il rischio c'è. Si consideri la contestuale presenza di tre elementi. In primo luogo, una crisi economica destinata a durare a lungo, per anni probabilmente, con tanti giovani disoccupati e l'impoverimento di molte famiglie. In secondo luogo, una condizione di generale discredito dei partiti e della classe politica professionale. Infine, l'incapacità di quella medesima classe politica di trovare rimedi adeguati per la crisi di legittimità che l'ha investita. È la sinergia fra questi tre fatti che può provocare conseguenze devastanti.

Sbaglia chi crede che la crisi della Lega tolga semplicemente di mezzo uno dei principali strumenti di canalizzazione di umori antipolitici, che quella crisi sia un colpo all'antipolitica. Semmai, contribuisce a esasperarla. L'antipolitica è il convitato di pietra della politica italiana, si nutre del suo discredito, ne succhia il sangue, e può, in qualunque momento, esplodere in forme imprevedibili. Quando i sentimenti antipolitici diventano dominanti, e certamente lo sono oggi in Italia, aspiranti demagoghi di ogni genere si fanno avanti per intercettarli e assicurarsi un lauto bottino. Chi pensa che alle prossime elezioni politiche il gioco, e il pallino, resteranno interamente nelle mani delle vecchie oligarchie forse si illude. È possibile che la combinazione dei tre elementi suddetti (crisi economica, discredito della politica, inadeguatezza delle risposte al discredito) favorisca il successo di movimenti di protesta a vocazione autoritaria, già esistenti o in via di costituzione, non importa di quale colore politico. Con effetti di condizionamento sull'intera politica italiana.

Soffermiamoci sulla inadeguatezza delle risposte della classe politica al discredito. Si prenda il caso dei rimborsi pubblici ai partiti. L'andazzo durava da anni. Quando finalmente è esplosa la vicenda Lusi i politici hanno solo finto di scandalizzarsi. Adesso che è scoppiato il caso della Lega sembrano decisi a muoversi. Per fare cosa? A quanto pare, per «riformare» il sistema dei rimborsi, stabilire controlli, regole, eccetera. Senza tener conto di due fatti che pesano come macigni: il primo è che il finanziamento pubblico che vogliono mantenere, sia pure riformandolo, ha un non emendabile vizio d'origine, è figlio di un grave vulnus alle regole democratiche. È stato messo in piedi aggirando, e annullando di fatto, i risultati di un referendum popolare che imponeva la fine del finanziamento pubblico (i radicali di Pannella, che lo hanno sempre denunciato, hanno ragione). Se il sistema viene solo «riformato», il vulnus e la connessa illegittimità restano intatti. Il secondo macigno è dato dal fatto che, essendo i partiti giunti a questo livello di impopolarità, è l'idea stessa di finanziamento pubblico (camuffato o meno da rimborso) che è diventato inaccettabile per il grosso dei cittadini-contribuenti, i quali, per giunta, sono soggetti a una pressione fiscale altissima.

Occorrerebbe una rivoluzione, il coraggio di rinunciare ai soldi pubblici e di puntare sui finanziamenti privati (con tutti i paletti, i tetti, i limiti e i controlli che si vuole). Sulla base del principio: il cittadino, se vuole, «si paga» il partito che preferisce. Sarebbe un modo per assicurare che vivano (o si ricostituiscano) i partiti veri, capaci di mobilitare cuori e portafogli, e che muoiano invece le camarille oligarchiche in grado di sopravvivere solo come strutture parastatali, grazie ai soldi pubblici. Non si può fare? Sarebbe una cosa troppo «americana»? E allora tenetevi tutto il pacchetto: i soldi pubblici assieme al disgusto dell'opinione pubblica.

Oppure prendiamo il caso delle riforme istituzionali su cui si è realizzato un accordo di massima fra Pdl, Pd e Udc. Luciano Violante, autore di quella bozza, non me ne voglia se dico che quello schema mi sembra, anche al di là delle sue personali intenzioni, un «Manuale di autodifesa per oligarchie partitiche in pericolo». Un manuale, aggiungo, che non può dare ciò che promette. È surreale, nelle attuali condizioni, puntare su una legge elettorale i cui scopi sono quelli di assicurare (come nella legge che si vuole sostituire) il controllo di pochi dirigenti sulle candidature e di ritornare all'epoca in cui i governi si facevano e si disfacevano in Parlamento, senza riguardo per la governabilità. In Italia, dal 1948 al 1992, in 44 anni, si succedettero 45 governi. Non c'è più nessun Muro di Berlino in grado di tenere in piedi un sistema politico così inefficiente.

Se non fosse perché troppo preoccupati della propria sopravvivenza politica a breve termine, i politici italiani comprenderebbero che la sola strada rimasta per rimettere in sicurezza la democrazia consiste in un vero ampliamento dei poteri del governo (Cancellierato) o in un ampliamento dei poteri unito alla elezione diretta (Presidenzialismo). E in una legge elettorale coerente con lo scopo. Per iniettare più capacità decisionale nella democrazia e dare alle cariche di governo quel prestigio e quella forza perduti dai partiti e che questi ultimi potrebbero recuperare solo dopo anni di buon lavoro.

Le democrazie muoiono di solito per eccesso di frammentazione, instabilità, incapacità decisionale, e per il discredito che, in certe fasi, colpisce i loro partiti. Oggi i partiti italiani vengono percepiti da tanti come un problema anziché una soluzione (ciò spiega la popolarità di Monti). Ai loro dirigenti converrebbe uscire dall'angolo mediante qualche risposta adeguata. Altrimenti, la democrazia potrebbe in breve tempo vacillare sotto l'urto di ondate di protesta sempre più impetuose e pericolose.

Re: LEGGENDO IL GIORNALE . . .

Inviato: 11 apr 2012, 14:02
da Xav
Bello l'articolo, sacrosante verità MA
il dadda ha scritto:... la democrazia potrebbe in breve tempo vacillare sotto l'urto di ondate di protesta sempre più impetuose e pericolose.
Vorrei vederla questa protesta: noi Italiani siamo quelli bravi a parlare ma mai nessuno (io per prima) che rinunci a una briciola per lottare. Non ho ancora visto una rivoluzione Francese in Italia, nè ora nè nei tempi andati.
Vorremmo fare le rivoluzioni col cul@ al caldo (lottiamo ma non mi toccate casa, lavoro, soldi , famiglia, amici, salute, etc etc etc) quindi ci lamentiamo e finisce lì...
Ripeto, io sono la prima della lista per questo. La mia è solo un'amara constatazione....

Re: LEGGENDO IL GIORNALE . . .

Inviato: 11 apr 2012, 14:29
da mau62
Xav ha scritto: Vorrei vederla questa protesta: noi Italiani siamo quelli bravi a parlare ma mai nessuno (io per prima) che rinunci a una briciola per lottare. Non ho ancora visto una rivoluzione Francese in Italia, nè ora nè nei tempi andati.
Vorremmo fare le rivoluzioni col cul@ al caldo (lottiamo ma non mi toccate casa, lavoro, soldi , famiglia, amici, salute, etc etc etc) quindi ci lamentiamo e finisce lì...
Ripeto, io sono la prima della lista per questo. La mia è solo un'amara constatazione....


Questo è il pensiero di Xav.

Io, dal canto mio, concordo un pò sull'inerzia e la pigrizia tutta Italica nel reagire, ricordo cenni di storia in cui "rivolte popolari" (vedasi Masaniello a Napoli..) danno il sintomo di come gran parte di Noi sarebbe pronta ad un sacrificio se avesse la certezza che ne valga la pena ma sempre rimane l'incognita del poi...
Una considerazione però, tutti Noi in un modo o nell'altro siamo, e possiamo divenire corrutibili, il "vil denaro non dà certo la felicità, ma aiuta molto molto.."
In questo periodo di mal contento, di gente arrabbiata, di gente che non arriva alla seconda settimana con lo stipendio, di aziende in fallimento, di prezzi "folli" però bisogna starci attenti, in epoche come queste sono nate cellule eversive, che contando sul caos e lo sconforto collettivo possono attecchire e trovare proseliti.

Mau62 - VFR1200F 2010 - "Red Fox" - Bolzano // Bozen

Re: LEGGENDO IL GIORNALE . . .

Inviato: 11 apr 2012, 14:55
da mau62
Vorrei aggiungere che purtroppo il mio pensiero stà divenendo sempre più reale, tasse, I.V.A., IMU, IRPEF, ILOR, e chi più ne ha più ne metta, stanno svuotando le tasce a tutti i cittadini, la rabbia "monta" a vedere come i soldi pubblici vengano dilapidati senza ritegno da pseudo amministratori che in primis pensano esclusivamente al "LORO COMPENSO" ancor prima di fare qualsiasi cosa. I costi della politica, i vitalizi ad onorem, un sacco di sperperi, ma purtroppo non è da oggi che ciò accade, sono anni e anni che la cosa và avanti, e mai nessuno in precedenza ha mai lamentato la cosa. Qualcuno, di cui non ricordo il nome, diceva che siamo figli delle nostre scelte, o delle scelte democratiche fatte da chi c'ha preceduto...

Mau62 - VFR1200F 2010 - "Red Fox" - Bolzano // Bozen

Re: LEGGENDO IL GIORNALE . . .

Inviato: 11 apr 2012, 15:24
da Pakka
So' già che mi odierete , spero vivamente di non offendere nessuno di voi ma, " ognuno di noi ha il governo che si merita ". : Evil :
Il finanziamento ai partiti è stato abolito per referendum popolare, come giustamente citato nell'articolo, ma poi, i politici che noi abbiamo votato l'hanno aggirato e si sono pure aumentati le quote.
I nostri agenti, invece di tutelare i cittadini e mantenere l'ordine, vengono utilizzati in massa per scortare politici , amministratori, mogli parenti e amici , come se si trattasse di guardie private. : ... :
La politica ed i politici meritano l'estinzione anche se cio' è contro la democrazia che, a quanto pare ormai è diventata un'utopia.

Re: LEGGENDO IL GIORNALE . . .

Inviato: 11 apr 2012, 18:27
da mau62
Pakka ha scritto:So' già che mi odierete , spero vivamente di non offendere nessuno di voi ma, " ognuno di noi ha il governo che si merita ". : Evil :
Il finanziamento ai partiti è stato abolito per referendum popolare, come giustamente citato nell'articolo, ma poi, i politici che noi abbiamo votato l'hanno aggirato e si sono pure aumentati le quote.
Se posso dire la mia, concordo in toto, ma devo anche sottolineare che in più occasioni chi veniva votato dal popolo poi non era detto che facesse ciò che in campagna politica aveva promesso, e tante volte, votato una persona, il partito decideva che un'altro doveva prendere la "poltrona", anche questo non è una cosa che si possa dire "normale". Per ciò che riguarda il sistema referendario stenderei un velo pietoso, raccolta di firme che non sempre corrisponde al vero, soldi impegnati poi per votare, quando a monte è già stata "studiata a tavolino" la maniera per eludere il demopcratico risultato, oppure, in casi non lontani, l'invito delle forze politiche a disertare il voto per non raggiungere il quorum, e come sempre, "PANTALONE PAGA". Per cò che dici poi dei"servizi scorte" non sono del tutto concorde, a polizia, carabinieri, finanza, torna pure un pò comodo di sistemare propri agenti in qei servizi visto che vengono istruiti per quel genere di servizio.

Mau62 - VFR1200F 2010 - "Red Fox" Bollzano // Bozen

Re: LEGGENDO IL GIORNALE . . .

Inviato: 12 apr 2012, 9:36
da il dadda
Il finanziamento pubblico ai partiti. Gesti seri, non scorciatoie
Il finanziamento pubblico ai partiti fu brevettato da una legge del 1974, dopo lo scandalo dei contributi in nero versati alle forze di governo dall'Unione petrolifera. Quarant'anni dopo, è diventato esso stesso uno scandalo. Per due ragioni: la quantità di denaro che l'erario succhia dalle nostre tasche per risputarlo nelle casse di ciascun partito; le modalità allegre della spesa, all'infuori da regole e controlli. Oltre che in spregio al comune senso del pudore, come mostra la simmetrica vicenda di Lusi e Belsito, i due tesorieri della Margherita e della Lega. Adesso, a quanto pare, un soprassalto di decenza sta inducendo i partiti a metterci rimedio. Bene, anzi male: potevano anche farlo prima. Ma affinché il rimedio non si risolva in un inganno, è necessario tamponare entrambe le falle del sistema.
Primo: gli importi. Li ha misurati la Corte dei Conti: 2 miliardi e 253 milioni di euro, dal 1994 a oggi. Se avessimo da mantenere l'harem d'un sultano, lo pagheremmo meno caro. Anche perché di questo fiume di quattrini soltanto un quarto (579 milioni) ha coperto le spese elettorali, come viceversa prometteva il marchingegno inventato da un'altra legge nel 1999. Dunque usate le forbici, please . E risparmiateci il trucchetto di postergare in un futuro imprecisato la riforma. I politici fanno sempre così, quando c'è da prendere una decisione scomoda: per esempio il taglio ai benefit di cui godono gli ex presidenti della Camera, ma solo dal 2023. O la riforma del Senato, che i senatori accettano purché riguardi i loro nipotini (quella approvata - e bocciata poi da un referendum - nel 2005 sarebbe entrata in vigore nel 2016). No, la nuova legge deve avere efficacia retroattiva. Deve applicarsi alle forze politiche che ci sono adesso, non a quelle che verranno. Deve perciò azzerare la rata di 100 milioni che i partiti incasseranno a luglio. Azzerarla, non rinviarla. Dopotutto, qualche mese di digiuno servirà a smaltire le troppe abbuffate precedenti.
Secondo: le regole. Possono condensarsi in una sola: se il cittadino paga, è il cittadino che decide. Quindi meglio la via dei contributi volontari, alla stregua del 5 per mille. Anche perché in passato il finanziamento pubblico ha premiato liste esoteriche come Ual, Patt, Ppst, Fortza Paris. Dicono: ma in questo modo gli italiani ci manderanno sul lastrico, dal momento che i partiti sono sommamente impopolari. E allora datevi da fare per diventare più simpatici. C'è una semplice ricetta per riuscirvi: restituendo quote di potere agli elettori.
La disgrazia dei partiti dipende da un sentimento di frustrazione e d'impotenza, quello che ti monta in gola quando l'onorevole Calearo si vanta di non mettere più piede in Parlamento. Quando Scilipoti viene eletto con i voti degli antiberlusconiani, per poi trasformarsi nella più fedele sentinella di Silvio Berlusconi. O quando Rosi Mauro rifiuta di dimettersi, e tu non puoi farci nulla. Potrà venire espulsa dalla Lega, non dal Senato, di cui è pure vicepresidente. Avessimo in circolo il recall - la revoca anticipata degli eletti - come negli Usa, sarebbe tutta un'altra musica. Perché allora sì, saremmo armati d'uno strumento di controllo; e peggio per noi se non lo usiamo.
Ecco, i controlli. Dopo Tangentopoli, una riforma battezzata dal ministro Cassese nel 1993 ridusse l'ambito del controllo preventivo di legittimità, sostituendovi un controllo successivo sull'efficienza delle amministrazioni pubbliche. Dunque sull'attività, anziché sui singoli atti. Motivo: le verifiche formali non avevano impedito che la corruzione troneggiasse sulla nostra vita pubblica. Ma sta di fatto che il nuovo tipo di controlli non ha impedito Partitopoli. Significa che c'è bisogno d'inaugurare una terza stagione, quella del controllo popolare. D'altronde, in tutto il mondo le esperienze sono innumerevoli. Per esempio il blogger russo più famoso, Alexej Navalny, ha acceso un faro sugli appalti, cucendo il lavoro d'esperti volontari con le denunce dei cittadini; e il governatore del Daghestan ha dovuto rinunziare a un'auto blu da 300 mila dollari. Fantapolitica? Se è così, il Jules Verne dei partiti fu Costantino Mortati. In Assemblea costituente, nella seduta del 29 luglio 1946, s'espresse in favore d'un sistema di azioni popolari, «dando ai cittadini la consapevolezza che da essi stessi dipende la buona amministrazione e quindi la tutela dei loro interessi». Forse per volgere lo sguardo sul futuro dobbiamo rovesciarlo sul passato.

Michele Ainis Corriere della Sera 12 aprile 2012 | 7:43

Re: LEGGENDO IL GIORNALE . . .

Inviato: 12 apr 2012, 9:41
da il dadda
Scusate se come fonte uso sempre la stessa Il Corriere della Sera, ma io, quando leggo il giornale, leggo quello.

Re: LEGGENDO IL GIORNALE . . .

Inviato: 12 apr 2012, 13:37
da Pakka
L'articolo è pure bello, ma la realtà meno : Evil :
A parlare di politica e politici c'è solo da incazzarsi, e con il rischio di litigare inutilmente con qualche buon CCbikers, per cui...... passo yes.gif

Re: LEGGENDO IL GIORNALE . . .

Inviato: 13 apr 2012, 23:27
da gio66
leggiamo, leggiamo....

intanto...la protezione civile ci sosterà anche 5€cent di accisa sulla benzina

avanti così !
ormai ci si è bevuti l'acqua dell sciacquone...

una volta c'era l'esercito resco ogni mese...ma no! ora si spende tre volte tanto ed in più l'accisa.

ma l'accisa de li m....